Vivere senza casa (parte 1)

È dell'estate del 2008 che vivo fuori casa. "Fuori casa", nel mio caso, significa senza fissa dimora. Ma non in qualche albergo od ostello girando per il mondo. Per me ha significato vivere in auto ed in seguito in un gabbiotto di un parcheggio tir. Stressato dalla vita lavorativa e scoperto di essere un carcerato senza neanche saperlo (riguarda le mie scoperte sui Servizi Segreti ed i loro sporchi giochi sulla popolazione; al riguardo sto pubblicando "La Vostra autobiografia" on-line. Cliccatela su Google !) lasciai il lavoro come magazziniere per le troppe ore lavorative e smisi di pagare l'affitto. Lo sfratto non tardò ad arrivare. Ero stufo di -per me- sciupare i soldi in un affitto. Volevo godermeli tutti. All'inizio dormivo davanti ad un cimitero, in un posto relativamente isolato della mia città, poi mi spostai in un campo vicino alla stessa ciclabile che portava li'. Comunque sia mi lavavo sempre in un lavabo che stava all'interno dello stesso. Pensate che nonostante dormissi in auto facevo jogging e stavo a dieta. Ridussi le mie ore di lavoro e incominciai ad avere più tempo per me stesso. Facevo colazione, correvo, pranzavo, passeggiavo. In quel periodo m'innamorai di una sala cinematografica che stava nelle vicinanze. Appena avevo qualche soldo mi precipitavo a guardare un film. Finalmente mi sentivo libero. Riuscivo a vagare senza meta, in cerca di avventure senza sensi di colpa. Anche navigare su internet mi aiutò molto. Di quel periodo ricordo le fredde nottate usando due cappotti come coperte. Le stelle mi facevano compagnia. Questa vita durò due anni. Poi, una tarda notte, tornai alla macchina e la trovai distrutta. (continua)

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