Le regole del "gioco"

Partiamo da una domanda : la vita è un gioco ? La mia risposta : non saprei. Dipende. Se dovessi esaminare la MIA vita direi che è emozioni, sentimenti, spiritualità. Viverla giocando richiede la condivisione della stessa con gente di un certo livello che non si approfitti dei momenti gioiosi per i suoi scopi. Per viverla come gioco occorre che ci "vada bene" altrimenti, se il finale non ci aggrada, sarebbe una tragedia. Certo, è piacevole viverla positivamente, ispirarsi e partire all'arrembaggio ma i lupi sono sempre in agguato. E questo è realismo. Ma torniamo al titolo del post. Ecco, innanzitutto voglio subito precisare che a me non sono mai interessate "le regole del gioco" perché non ho mai pensato di vivere in conformità con alcun ché. Ho sempre cercato di creare le MIE regole, il MIO gioco. Fin da bambino, essendo il conformismo del sistema stretto per un persona creativa come me, non mi sono adeguato ma mi sono guardato dentro trovando ciò che più mi aggradava e non. Come sempre non è facile. I turbini delle idee pre-imposte sono molto forti e in età adolescenziale si vive più d'istinto che di intelletto ma ce l'ho fatta. Certo, ci sono - ad esempio - modi di fare comuni che spesso ho anch'io ma sono eseguiti più per garbo, gentilezza e rispetto che per calcolo o "rispetto" del sistema perché ogni sistema taglia fuori masse di persone ( i poveri in primis ) per favorirne altre, c'è poco fa fare. E poi, che gusto c'è ad essere tutti uguali seguendo modelli che non abbiamo scelto coscientemente ? Certo, ad alcuni piacerà essere guidati, trovando in ciò che hanno già scritto il piacere della vita, rinunciando all'emozione della scoperta individuale, alla scoperta di noi stessi ma, sinceramente, non riesco proprio a capire questo atteggiamento. Non è forse meglio - come si dice sempre - avere idee proprie e sbagliare con la propria testa ? Non è forse vero che vogliamo venir fuori dalla massa, il cosiddetto "popolino sciocco" ? E allora fermiamoci, cominciamo a pensare da fermi per le nostre scelte. Io lo vedo come un atto evolutivo. Indispensabile per la crescita.

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