Un che' di poetico ♥️🔥🌙

Passando cio' che ho passato e passandolo ancora, vivendo senza sotterfugi e ruberie varie nonostante viva, dorma, mangi e altro per strada, riparandomi dalle intemperie di una qualunque delle quattro stagioni, amo il piacere che produce l'intelletto unito alle emozioni e sensazioni nello svolgere la -singolare, in questo caso - funzione dell'attutire il dolore . Nell'attutirlo pensando a cio' che credevo di poter realizzare che poi di fatto si e' tramutato in niente, ho 'scoperto' che c'e' ( per me ) un che di poetico in quella sofferenza che viene non dai fallimenti personali ma bensi' dalle meschinita' delle tantissime 'persone' con le quali ho douto stare a contatto . Ma la poeticita' non sta nel sopportarle o assecondare le loro cattiverie ma nel vedere proprio coi miei occhi cio' che e' in me . Il riuscire a non 'piegarsi' al male e trovare tutta l'energia di cui ho bisogno per farlo e tenendola per me, rielaborandola in forza Divina con idee che divengono certezze . Immaginarmi solo nel deserto sabbioso - che ne dite del Sahara ?😉 - coi miei libri, i miei films, sotto un tendone di diversi metri quadrati, e magari con una di quelle piccole piscine gonfiabili in gomma plastificata per stare a "mollo" ... Quella sorta di rifiuto al mondo perche' non e' come mi hanno raccontato . Un rifiuto che mi porta pero' al benessere, non dimenticandomi di certo come devo reagire se ci fosse l'ennesimo 'furbetto' in cerca di qualcosa da volere da me senza dare niente . Non e' autocompiacimento ; non e' "scappare". Tutt'al piu' e' una delle richieste assolute che si chiederebbe all'Onnipotente per evitare una sorta di contagio. Non e' piangersi addosso ; puo' essere una delle massime espressioni concrete e reali per evitare le solite scuse di chi ha "dovuto" -o voluto ?- passare l'esistenza a calpestare gli altri.

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